Il sole 24 ore del 28/02/2020 di Dario Aquaro e Cristiano Dell’Oste
Via libera ai bonus casa – e di riflesso al bonus mobili – anche con piccoli lavori.
Mini-interventi edilizi che si possono decidere e completare in pochi giorni o settimane, e che non richiedono grandi spese. La detrazione del 50% sul recupero edilizio, che è stata confermata fino al 31 dicembre 2020, premia i lavori pesanti, come ad esempio lo spostamento di una parete interna o la fusione di due appartamenti. Ma anche tutta una serie di piccoli interventi, agevolati a prescindere dalla categoria edilizia in cui ricadono. Vi rientrano, tra gli altri, tutti gli interventi per la sicurezza domestica (come l’installazione di un rilevatore di fughe di gas o di un corrimano per le scale) e la prevenzione di atti illeciti (come l’acquisto con posa in opera di un antifurto o l’installazione di una cassaforte a muro). I requisiti per lo sconto sugli arredi Per poter abbinare il bonus mobili – anch’esso confermato fino alla fine del 2020 – è necessario che vengano rispettate tre condizioni: 1. i lavori agevolati dalla detrazione del 50% devono essere almeno di manutenzione straordinaria. Solo sulle parti condominiali, infatti, è ammessa anche la manutenzione ordinaria (come la tinteggiatura di pareti e soffitti); 2. le opere di ristrutturazione agevolate devono essere avviate dal 2019; 3. i lavori devono essere avviati prima dell’acquisto degli arredi, mentre non è fondamentale che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per l’arredo dell’immobile. La data di avvio dei lavori può essere dimostrata, per esempio, da eventuali abilitazioni amministrative o dalla comunicazione preventiva all’Asl, se è obbligatoria. Per gli interventi che non necessitano di comunicazioni o titoli abilitativi, comunque, è sufficiente una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, da conservare in caso di futuri controlli del Fisco. È necessario, poi, che il beneficiario del bonus mobili utilizzi anche la detrazione del 50% sul recupero edilizio. Anche se la casa è la stessa, ad esempio, il marito non può avere il bonus arredi se è la moglie a detrarre la ristrutturazione.
Tra gli interventi di manutenzione straordinaria (e quindi agevolati) nei singoli appartamenti rientrano: ● la realizzazione dei servizi igienici (come un secondo bagno) o l’integrale rifacimento di un bagno esistente con sostituzione delle tubature; ● la sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia (attenzione: purché non agevolata dall’ecobonus, cui non si può “agganciare” il bonus mobili); ● il rifacimento dell’impianto elettrico; ● la sostituzione della caldaia (anche in questo caso, non dev’essere agevolata dall’ecobonus ma dalla detrazione edilizia standard); ● l’installazione di un pannello solare fotovoltaico al servizio dell’abitazione; ● la sostituzione dello scaldabagno (anche da elettrico a metano), che rientra tra le opere detraibili al 50% perché dirette a conseguire un risparmio energetico. In generale – avvertono le Entrate – non danno accesso al bonus del 50% gli interventi finalizzati a prevenire il rischio di atti illeciti da parte di terzi: a meno che, per le loro particolari caratteristiche, non siano anche inquadrabili tra i lavori di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro o risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. Il cambio della serratura, quindi, non basta. Altri interventi, invece, sono sufficienti: ● l’installazione di un portoncino blindato al posto della vecchia porta esterna; ● l’installazione di un impianto di allarme all’interno della singola abitazione: purché richieda opere sull’impianto elettrico, è un intervento di manutenzione straordinaria che consente il bonus mobili; ● l’installazione o la sostituzione del videocitofono, che consente l’applicazione del bonus mobili solo se inerente a un’abitazione unifamiliare e non a un condominio.
Per il condominio, infatti, il bonus mobili si applica per l’arredo di parti comuni e non della singola unità immobiliare (ad esempio, arredo della casa del portiere o del cortile/giardino). Anche qui, se il regolamento edilizio comunale non richiede titoli abilitativi per l’intervento, bisogna predisporre una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà; ● l’installazione o sostituzione delle inferriate all’interno delle singole abitazioni: anch’esso un intervento di manutenzione straordinaria che, se fruisce della detrazione del 50% per ristrutturazione, consente comunque l’accesso al bonus mobili. Le regole generali sui mobili Il bonus mobili, prorogato fino al 31 dicembre 2020, consiste in una detrazione del 50% su una spesa massima di 10mila euro, per l’acquisto di nuovi arredi ed elettrodomestici in classe A+ (A per forni e lavasciuga). Dello sconto fiscale – che si recupera, in dichiarazione dei redditi, in dieci quote annue – beneficiano anche le spese di trasporto e montaggio. Tra gli arredi, la detrazione spetta, ad esempio, per letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione. E non per porte, pavimentazioni (come il parquet), tende e altri complementi. I più letti di Norme e Tributi 1 LE REGOLE PER I DIPENDENTI Coronavirus e assenza dal lavoro: quando si può e quando no 2 FISCO Bonus facciate e altre detrazioni casa: in cantiere si moltiplicano gli sconti 3 AGEVOLAZIONI FISCALI Bonus mobili: ecco i mini-lavori in casa che danno diritto allo sconto 4 AGEVOLAZIONI CASA Bonus facciate, il catalogo ufficiale dei lavori con detrazione al 90% 5 ITER AGEVOLATO PER LE IMPRESE Coronavirus, «incentivi» allo smart working in tutto il Nord. Ma per mense e pulizie rischio ferie forzate Tra i grandi elettrodomestici agevolati, invece, rientrano per esempio: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. L’acquisto è agevolato anche per gli elettrodomestici privi di etichetta, se non ne è stato ancora previsto l’obbligo.