Controlli ,ai confini dell’Unione europea, sempre più stringenti in Dogana per il denaro contante in entrata o in uscita pari o superiore a 10mila euro. Anche l’Italia si prepara ad adottare una definizione più ampia di denaro contante destinata a comprendere anche le carte prepagate con lo schema di decreto legislativo, all’esame preliminare del Consiglio dei ministri di mercoledì 4 settembre, che recepisce il regolamento comunitario 2018/1672 , dedicato proprio ai controlli valutari in Dogana.
Il contrasto al riciclaggio
Nella definizione rientrano la valuta, gli strumenti negoziabili al portatore, i beni utilizzati come riserve altamente liquide di valore e le carte prepagate. Nell’ottica di prevenire trasferimenti illeciti di contante ed evitare il rischio di riciclaggio e di finanziamento delle attività criminali, il decreto ridefinisce il perimetro del denaro contante a cui si applicano i limiti di trasferimento fuori e dentro i confini Ue. Se la valuta comprende le banconote e le monete metalliche in circolazione come mezzo di scambio o che sono state in circolazione e possono essere ancora scambiate, il “ventaglio” degli strumenti negoziabili al portatore viene meglio specificato come gli «strumenti diversi dalla valuta che autorizzano i loro portatori a esigere il pagamento di una somma di denaro dietro presentazione dello stesso, senza dover provare la propria identità o diritto di disporne». Tali strumenti, come chiarisce il decreto, «sono gli assegni turistici (o traveller’s cheque), gli assegni, i vaglia cambiari o ordini di pagamento emessi al portatore, firmati ma privi del nome del beneficiario, girati senza restrizioni, a favore di un beneficiario fittizio, ovvero emessi altrimenti in forma tale che il relativo titolo passi all’atto della consegna».